Come anticipato la settimana scorsa, oggi vi racconto la mia esperienza di “mamma in vacanza”…
Da quando è nato nostro figlio, non sono mai andata via da sola per lunghi periodi. E’ capitato che sono stata assente per alcuni corsi formativi di aggiornamento, ma al massimo per una giornata intera o per due giorni, cercando di fare scelte mirate verso luoghi non troppo distanti.
Questo perché non volevo scombussolare troppo la routine familiare e anche per me, per non pesare troppo sugli aiuti esterni e perché….bè è difficile stare lontani a lungo dal proprio bambino e prima dei due anni proprio non me la sentivo.
Complice un viaggio che avevo nella mente e nel cuore da tempo ed una serie di coincidenze fortuite sono partita per un breve soggiorno a Londra di 4 giorni.
Motivata dal fatto di andare a trovare due miei cari amici che vivono là da tempo e da un volo super low cost mi sono detta…”ok sono pronta”.
Il tutto è avvenuto velocemente e ho deciso poco più di un mese prima. Così è cominciata l’organizzazione per i miei giorni di assenza. Ho cercato di partire durante la settimana per essere a casa nel week end e recuperare il tempo con la mia famiglia, ma anche perché così abbiamo sfruttato le routine fisse del nido per far si che le giornate del piccolo fossero più simili possibili alle altre.
Dopo il nido, l’aiuto dei nonni e alla sera con il papà: cena , giochi, bagnetto, rito della sera e a letto….alla mattina si ripartiva.
Capitolo papà: non è che fosse proprio elettrizzato all’idea della mia vacanza e i giorni prima era un po’ scombussolato, come me del resto, ma ci siamo aiutati e ha capito il mio desiderio e bisogno di andare. Inoltre, devo dire che ero proprio curiosa.
Ho pensato che sarebbe stata un‘occasione di crescita anche per loro.
Per Nicola per capire che la mamma c’è, ma che ha bisogno anche lei di uno suo spazio e tempo e per il papà per capire cosa vuol dire dedicarsi da soli al proprio bambino per alcuni giorni, soprattutto nel momento serale dovendo far fronte alla propria stanchezza del post lavoro e gestendo la stanchezza del bambino dopo le sue attività quotidiane. Cosa non facile assolutamente.
Proprio prima della partenza ho ascoltato su Rai 3 una puntata di “Lessico Familiare” presentata da Massimo Recalcati che ha detto “I bambini hanno bisogno che le loro madri restino donne, che abbiano interessi e passioni nel mondo. I nostri figli hanno bisogno si della presenza della madre, ma anche della sua assenza, altrimenti non c’è libertà”. E ancora ” è la donna che salva il bambino dal rischio di essere assorbito dalla madre”.
Questo mi ha fatto molto riflettere perché è un argomento su cui ho riflettuto molto e mi sono chiesta spesso “quanto il ruolo di madre può divenire totalizzante?“. E più o meno consapevolmente annullare la nostra identità di donne, mogli, compagne, amiche, figlie, sorelle?E quanto questo è salutare per il benessere psicofisico del nostro bambino e per noi stesse?
Penso sia un importante punto di riflessione per tutte noi. Se avete piacere potete ascoltare il video della puntata pubblicato il 7 maggio sulla pagina Fb Rai3, Massimo Recalcati “I bambini hanno bisogno che le loro madri restino donne”.
Ecco il video nel link sotto:
E voi cosa pensate dell’argomento?
Bene, dopo questa parentesi riflessiva, torniamo al viaggio.
Con tanti pensieri in testa e organizzato il tutto sono partita, ho salutato alla mattina entrambi con un bell’abbraccio e via in aeroporto.
Il viaggio è andato bene senza intoppi e ad aspettarmi ci sono stati i miei amici e una Londra come sempre frizzante e carica di energia a qualsiasi ora.
Eccomi a passeggio tra le vie, la confusione, la gente…mi è mancata tantissimo questa meravigliosa città e mi sono resa conto di quanto mi mancasse anche qualche giorno per me, il tempo per stare da sola, per girare a caso senza mete, del dolce far niente e della testa libera senza programmi.
A volte è proprio difficile scindere il proprio ruolo di mamma da quello di donna rispettando e coltivando la propria individualità e la propria crescita personale. Del tempo per sé può servire per recuperare il nostro ruolo e per curare le relazioni, le nostre passioni e i nostri interessi.
Ho girato e visitato, camminato…tanto. Chiacchierato forse ancora di più e mi sono sentita vicina ai cambiamenti dei miei amici.
Eccomi da Hamleys, il negozio di giocattoli più fornito e grande al mondo, dove ho girato anche qualche video per il blog. Mi sono divertita non c’è che dire.
A casa tutto è sembrato proseguire secondo le routine, Nicola non ha manifestato segnali di cambiamento e a parte chiedere “Dov’è la mamma?” ha continuato le sue giornate e le sua abitudini come prima. Ci sentivamo tutti i giorni tramite video chiamata, uno strumento che aiuta a ridurre le distanze, ma che ovviamente non sostituisce in alcun modo la propria presenza emotiva e fisica.
Al momento del ritorno non vi nascondo che non vedevo l’ora di riabbracciare i miei uomini e carica di regali per loro sono ripartita.
Il rientro a casa non è stato come proprio me lo aspettavo (abbracci, baci, “mamma mi sei mancata”,..), ma più che altro un po’ di stacco iniziale e … poi sono arrivate le coccole e il desiderio di stare insieme.
Ma la vera fase del rientro è stato riprendere con il lavoro, il nido e tutto il resto al lunedì mattina.
Dire che ci sono voluti qualche giorno/una settimana di assestamento è poco. Nicola ha manifestato una rabbia al nuovo distacco che non mi aspettavo. Capricci, comportamenti fuori dalla norma, pianti per nulla e un segnale forte.
Cercava di colpirmi. Cosa che di solito non fa.
Immaginate come possa essermi sentita: frustata, avvilita e piena di domande e poche risposte.
Ho cercato di mantenere la calma il più possibile, di rispettare le routine regolari, di dedicarmi a lui e di portare moooolta pazienza. Ho usato tantissimo i libri per descrivere le emozioni, in primis “Che rabbia!” Babalibri edizioni e “I colori delle emozioni” Gribaudo edizioni. Inoltre il libro tocca e scorri di Londra ci ha aiutato a capire dove fosse stata la mamma, che cosa ha visto e perché sono stata via. E’ stata una prova, ma ho visto che anche adesso, che sono passate due settimane si ricorda e mi dice “Qui è dove è stata la mamma!”.
Si perché ci sono voluti 3 giorni di fuoco perché le cose cominciassero a riprendere regolamente. Un altro segnale che ha manifestato è stata una regressione in alcuni schemi: l’autonomia del bagno e il dormire tutta la notte nel proprio lettino.
Da circa un mese abbiamo tolto il pannolino e non è ancora del tutto consolidata ed acquisita questa nuova autonomia e sembra proprio che quando manchino le “basi sicure” e/o ci siano cambiamenti significativi, i bambini possano manifestare delle regressioni e più frequentemente proprio in quegli schemi non del tutto acquisiti, che necessitano ancora di rinforzi e soprattutto di tempo per maturare.
Un altro punto sicuramente su cui fermarsi a pensare.
Nell’immagine di copertina siamo noi, dopo una settimana dal mio ritorno, che ci godiamo un momento di calma, si proprio “la calma dopo la tempesta”.
E mi rendo sempre più conto di quanto alla fine la vita familiare con un bambino sia un continuo cambiamento di fasi, assestamenti, conquiste, cadute, crescite, rinforzi e di riflessioni più o meno silenziose.
E che cresciamo ogni giorno con loro.
Ho voluto condividere con voi questa mia esperienza personale perché mi ha fatto e mi fa ancora adesso molto pensare e ripensare sul nostro delicato ruolo di madre e donna e sul rapporto con i nostri figli e con i nostri compagni di vita.
Spero sia uno spunto di riflessione anche per voi!
Se avete piacere fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate e se avete avuto anche voi esperienze di momenti di vacanza da sole!
www.robertaperosa.com
Parole di mamma – Esperienze di una mamma logopedista
“Vivere intensamente, condividere esperienze, crescere con bambini felici e liberi”