I bambini e i loro “NO”: significato e gestione

Articolo in collaborazione con Educhiamali, a cura della Dott.ssa Flavia Intraligi

Psicologa dello sviluppo
Formatrice del personale educativo della fascia 0-6 anni
Mediatrice scolastica
Ha creato anche un interessantissimo Blog: “EDUCHIAMALI” www.educhiamali.com per aiutare i genitori nella crescita dei bambini. Ve lo consiglio!

Fin dalla nascita il bambino è inserito in una relazione diadica, in cui la comunicazione
favorisce un processo di regolazione emotiva, dapprima gestita dall’adulto e in seguito
trasferita al bambino che si autoregola.

baby near mother’s breast

È primariamente nella relazione di attaccamento, che il bambino struttura una prima
rappresentazione di sé, dell’altro e del mondo circostante, ed è su questa base che egli
potrà sviluppare un’identità personale e sociale, un senso di competenza e di fiducia in sé e negli altri.


Le ricerche mostrano come ci sia una correlazione tra gli stili di attaccamento (J. Bowlby, M.Ainsworth) e le modalità di regolazione emotiva, portandoci a riflettere sull’espressione delle emozioni dei genitori.


Infatti, a chi non è capitato di perdere la pazienza davanti al solito “NO” dei bambini, o
sentirsi frustrati dal senso di impotenza che ne deriva?
Tenendo presenti le importanti implicazioni psicologiche e affettive illustrate all’inizio,
cerchiamo innanzitutto di comprendere il significato del NO del bambino.

Il bambino con il NO ha un rapporto duplice.
Nel primo caso lo utilizza per difendere la sua necessità di esplorare e imparare,
mettendosi alla prova, correndo dei rischi, con obiettivo di soddisfare la sua emergente
sete di conoscenza. Va da sé che più il bambino ha modo di fare esperienza del mondo e delle leggi che lo governano e prima potrà sentirsi autonomo rispetto agli adulti che già le conoscono.


Risulterà ora sicuramente più chiaro perché ai NO dei genitori i bambini, soprattutto in
questa fase ma anche in generale, rispondano con rabbia, urla, pianti, capricci,
comportamenti a volte aggressivi e oppositivi.


Nel secondo caso, il NO è utile al bambino per confrontarsi con i limiti. Lo utilizza per
poter valutare attentamente, alla luce di tutte queste nuove conquiste e scoperte, quanto sia effettivamente autonomo e artefice del suo agire nello spazio. Quando si dice: “Mio figlio mi sta mettendo alla prova…”. In realtà, sta mettendo alla prova se stesso, conquistando la possibilità di essere riconosciuto come meritevole di quella libertà di cui ha bisogno per crescere.
Pertanto, se il genitore riconosce in ogni no che il bambino gli presenta una sua profonda esigenza di crescita, di espressione, di assumere il controllo e le responsabilità delle sue scelte, si sentirebbe comunque così frustrato?

Vediamo allora ALCUNE INDICAZIONI UTILI ai genitori per affrontare i NO e favorire un processo di autoregolazione emotiva e comportamentale nei bambini:


Il genitore dovrà accogliere quel NO come una necessità da parte del bambino e,
pertanto, sforzarsi di comprenderne il motivo.
A questo proposito, una buona
abitudine da consolidare con i bambini è quella di chiedere spiegazione di quei NO,
affinché siano sempre, e da subito, costruttivi e parlino in modo centrato del
bambino e della sua interiorità. Nel tempo, aiuterà i genitori a conoscere meglio i
figli e, i figli, a sapere con certezza cosa vogliono e cosa provano…


– Se il NO del bambino è inaccettabile ai fini delle circostanze che si stanno vivendo
(attraversare la strada, la fila al supermercato, ecc), il genitore dovrà fare un respiro
profondo, guardare negli occhi il bambino ed esprimere le sue difficoltà con quel NO.
Aiutare il bambino a leggere la situazione, a riconoscere la sfera emotiva
dell’adulto, a percepire il senso di responsabilità che ne deriva, permetterà di
lavorare sulla relazione e di far sentire il bambino connesso con gli eventi, i luoghi,
le persone.


Poche regole ma buone e facilmente rispettabili. La scelta di dare poche
regole al bambino lo può aiutare a sentirsi maggiormente autonomo e a
essere all’altezza della situazione, accrescendo la sua autostima. In altre parole, si
tratta di non mettere il bambino nella condizione di fallire.


Fare insieme limita i NO. Il genitore può aiutare il bambino a superare quel senso
di frustrazione e di impotenza derivante dal “non poter fare”, permettendogli di
sperimentare e conoscere insieme all’adulto, quindi in una circostanza sicura. Tutto
questo fa sì che i genitori e bambini possano superare il limite della regola,
appagare la sete di conoscenza del bambino, acquisire la serenità di permettergli di
fare da solo perché ha avuto modo di esercitarsi fino a diventare padrone di quella
nuova competenza, uscendone entrambi rafforzati soprattutto rispetto alla
relazione.


Dare al bambino l’illusione di essere autonomo. Il bambino in continua ricerca di
autonomia non può di certo in questo momento tollerare che il genitore decida cosa
può fare e cosa no. Un piccolo accorgimento può essere quello di sostenere il
bambino in questa fase di conquista ponendolo sempre davanti a solo due scelte, in
modo che percepisca di essere attivo nella vita familiare e nella relazione con il
genitore, evitando anche possibili frustrazioni derivanti dalla presenza di troppi
stimoli.


Aiutare il bambino a comprendere quali emozioni sta provando. La ricerca
continua e la sperimentazione dei limiti, può condurre il bambino a provare
emozioni che non conosce e che possono facilmente essere alla base dei suoi
comportamenti oppositivi e aggressivi. Il compito del genitore è allora quello di
spiegare al bambino che cosa sta provando, restituendogli informazioni chiare
affinché impari a leggere la situazione e avere consapevolezza delle proprie
emozioni.

Dott.ssa
Flavia Intraligi

“Laureata in psicologia dello sviluppo e della salute in età evolutiva, lavoro da anni nel
settore della prima infanzia.
Dopo aver fatto esperienza come educatrice di asilo nido, al momento mi occupo di
progettazione di interventi formativi e laboratori per il personale delle strutture educative, per le mamme e per i bambini, in particolare nella fascia 0-6 anni.
Ho perfezionato il mio ruolo di formatrice e di psicologa, attraverso l’acquisizione del titolo di mediatrice e counselor scolastico.
Lavoro presso le scuole dell’infanzia di Roma Capitale con un progetto sulle emozioni dei bambini e sostengo corsi di formazione tramite il centro studi Zeroseiplanet .
Scrivo di educazione per alcune riviste rivolte ai genitori sulle piattaforme social e web,
come The Old Now Magazine di Laura Renieri e Bambinopoli.it.
Ho creato un Blog, un profilo Instagram e un canale YouTube dedicato all’educazione, per aiutare i genitori nella crescita dei bambini, di cui progetto e realizzo i contenuti e i video”.

Blog: http://www.educhiamali.com
Instragram: https://www.instagram.com/educhiamali/
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCABMkl0wVSDfMEK3HS-LvKw

Per consulenze, domande e collaborazioni potete contattare la Dott.ssa Flavia Intraligi all’indirizzo mail: flaviaintraligi@yagoo.it

Grazie infinite per la preziosa e ricca collaborazione!

Parole di mamma – Esperienze di una mamma logopedista

“Vivere intensamente, condividere esperienze, crescere con bambini felici e liberi”

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