CHE COS’E’ LA DISLESSIA? Facciamo un pò di chiarezza

Da poco mi sono imbattuta in questo libro “LE LETTERE DANZANTI Sono dislessico” di Henk Linskens, Clavis edizioni www.edizioniclavis.it e mi sono resa conto di non aver mai parlato di disturbi di apprendimento in modo più approfondito qui nel Blog.

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Anche se non è un mio campo di specializzazione, penso sia importante parlarne per conoscere più da vicino cosa sono i famosi DSA ovvero i Disturbi di Apprendimento e cosa possono comportare come vissuto e come difficoltà nei bambini.

“Enrico è un bambino come tutti gli altri. Quando legge, però, le lettere dell’alfabeto danzano sulle pagine, non permettendogli di capire le parole. Per questo, ha problemi a leggere: Enrico è dislessico. Questa parola significa, semplicemente, che Enrico ha problemi con il linguaggio. Un problema poco piacevole, ma Enrico sa che non è il solo…”

Una dolce storia che aiuta il bambino a riconoscere le proprie difficoltà di linguaggio e ad accettarle come parte di sé stesso. Consigliato a partire dai 6 anni.

Il bambino del libro è l’autore e illustratore del libro stesso: Henk Linskens. Anche ora che è adulto, alcune lettere non vogliono smettere di danzare per lui. Ma Henk ama comunque i libri, soprattutto quelli con poche parole e tante illustrazioni che legge a sua figlia. Il suo problema lo ha ispirato per la stesura di questo libro, creato per quegli adulti e quei bambini per i quali la lettura è un ostacolo. Henk ha scelto, per questo motivo, un font le cui lettere non danzano.

Tanti personaggi famosi sono stati dislessici: Walt Disney, Roald Dahl, Mozart, Bach, Beethoven, Leonardo da Vinci, Pablo Picasso,... e molti altri ancora. E forse, sono state le lettere danzanti a ispirarli nelle loro fantastiche creazioni: illustrazioni, storie, musiche, quadri,… Li trovate raffigurati nella copertina interna del libro sia all’inizio che alla fine. Una piccola chicca.

Circa il 3-5% della nostra popolazione minorile convive, consapevolmente, con i Disturbi Specifici dell’Apprendimento, tra cui la  DISLESSIA.

Tuttavia questi bambini sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.C

La dislessia è classificata tra i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e la sua principale manifestazione consiste nella difficoltà a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. Per formulare la diagnosi di dislessia occorre che: il livello raggiunto nella lettura, misurato ai test standardizzati somministrati individualmente sulla precisione, sulla velocità (sillabe al secondo) o sulla comprensione della lettura, sia sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata all’età; che interferisca in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività quotidiane che richiedono capacità di lettura.

Secondo la definizione più recente, dell’IDA, “la dislessia è una difficoltà dell’apprendimento di origine neurobiologica”. Secondo quanto riportato dai ricercatori della Scuola di Medicina dell’Università di Yale, è stato identificato un gene nel cromosoma umano 6, chiamato DCDC2, le cui alterazioni sarebbero associate alla dislessia. La mutazione genetica di DCDC2 condurrebbe a un difetto nella formazione dei circuiti cerebrali preposti alla lettura. L’alterazione genetica sarebbe ereditaria. La ricerca si basa su un campionamento statistico effettuato su 153 famiglie dislessiche. Circa il 20% dei casi di dislessia è dovuto all’alterazione di questo gene. 

Durante la scuola dell’infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l’abilità di lettura, in modo da poter intervenire precocemente e rafforzare delle competenze eventualmente carenti. Anche se la diagnosi di dislessia può essere fatta solo in classe fine seconda o inizio terza della scuola primaria, i segnali del disturbo possono essere colti molto prima (quando il bambino affronta l’apprendimento della lettura e della scrittura) ed è opportuno intervenire subito.

Le caratteristiche più comuni

  • I bambini con D.S.A.possono avere difficoltà nel memorizzare: i giorni della settimana, i mesi in ordine, le date di nascita, le festività, le stagioni;
  • A volte possono confondere la destra con la sinistra e non hanno un buon senso del tempo;
  • Possono manifestare difficoltà nel sapere che ore sono.
  • Possono mostrare alcune difficoltà motorie fini, come allacciarsi le scarpe o i bottoni;
  • Possono evidenziare problemi attentivi e/o di concentrazione;
  • Generalmente hanno problemi di memoria a breve termine;
  • Oltre a non leggere in modo fluente, possono essere più lenti a scrivere, in modo particolare quando devono copiare dalla lavagna, commettono errori, saltano parole e righe, non utilizzano armoniosamente lo spazio del foglio;
  • Molti scrivono con caratteri troppo grandi e/o troppo piccoli e preferiscono scrivere in stampato maiuscolo;
  • Di solito tendono a privilegiare l’uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica. L’intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento ma, al tempo stesso, è fonte di errori, definiti di anticipazione. Non di rado, infatti, la persona dislessica esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba, e procede “intuendo” o “inventando” l’altra parte;
  • Tutti i bambini con D.S.A. hanno difficoltà nell’apprendere le lingue straniere, in particolare, la loro scrittura. Particolari problemi vengono evidenziati nell’apprendimento della lingua inglese a causa delle differenze tra la scrittura e la pronuncia delle lettere. 

 I bambini dislessici o disortografici possono: 

  • Sostituire le lettere “graficamente” simili: esempio p/b/d/g/q-a/o-e/a o con suoni simili: t/d-r/l-d/b-v/f;
  • Omettere le doppie e la punteggiatura;
  • Imparare l’ordine alfabetico con difficoltà;
  • Non riuscire ad usare il vocabolario in modo autonomo; 
  • Mostrare un lessico povero; 
  • Avere difficoltà a memorizzare termini difficili e specifici delle discipline;
  • Mostrare difficoltà nel ricordare gli elementi geografici, le epoche storiche, le date degli eventi, lo spazio geografico ed i nomi delle carte; 
  • Avere difficoltà nell’espressione verbale del pensiero;
  • I bambini possono avere problemi nel trovare la parola giusta o prendere troppo tempo prima di rispondere alle domande.

Area logico-matematica:

  • In primis possono presentarsi difficoltà di decodifica del testo del problema;
  • Non riuscire, o con difficoltà, ad imparare le tabelline, a fare i calcoli in automatico, ad eseguire numerazioni regressive e le procedure delle operazioni aritmetiche; 
  • Nel disturbo del calcolo possono essere compromesse diverse capacità, incluse: quelle “percettive” (per esempio riconoscere o leggere simboli numerici o segni aritmetici e raggruppare oggetti in gruppi), quelle “attentive” (per esempio copiare correttamente i numeri o le figure, ricordarsi di aggiungere il riporto e rispettare i segni) e quelle “matematiche” (per esempio seguire sequenze di passaggi matematici, contare oggetti e imparare le tabelline);
  • Una percentuale dei bambini dislessici è anche discalculico. 

DISLESSIA E DISAGIO PSICOLOGICO

È frequente che le difficoltà specifiche di apprendimento non vengano individuate precocemente e che il bambino sia costretto a vivere una serie di insuccessi a catena senza che se ne riesca a comprendere il motivo. Quasi sempre, i risultati insoddisfacenti in ambito scolastico vengono attribuiti allo scarso impegno, al disinteresse verso le varie attività, alla distrazione o alla pigrizia. Questi alunni, oltre a sostenere il peso della propria incapacità, se ne sentono anche responsabili e colpevoli. 

Quali sono i problemi sociali ed emotivi collegati ad alunni con DSA?

Frustrazione: spesso è determinata dall’incapacità di soddisfare le aspettative dei genitori e degli insegnanti… (e le proprie).

Ansia: spesso la costante frustrazione a scuola rende questi bambini ansiosi. L’ansia fa sì che i bambini evitino tutto ciò che li spaventa e spesso insegnanti e genitori interpretano questo comportamento come pigrizia. 

Rabbia: la frustrazione può provocare rabbia. Il bersaglio della rabbia può essere costituito dalla scuola, dagli insegnanti, ma anche dai genitori.

Immagine di sé: I bambini dislessici, andando incontro ad insuccessi e frustrazioni, si fanno l’idea di essere inferiori agli altri bambini e che i loro sforzi facciano poca differenza, spesso infatti si sentono inadeguati.

Depressione: questi bambini sono ad alto rischio di provare intensi sentimenti di dolore e sofferenza. Forse a causa della loro bassa autostima, i dislessici temono di sfogare la loro rabbia verso l’esterno e quindi la rivolgono verso se stessi. Il bambino depresso può diventare più attivo e comportarsi male per mascherare i sentimenti di dolore.

Insieme alla dislessia possono presentarsi diverse altre problematiche più o meno collegate:

  • Disgrafia ovvero la difficoltà di realizzare i grafemi manualmente in modo leggibile e fluente; 
  • Disortografia ovvero la difficoltà di rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto (fonema/grafema), con la conseguenza di commettere molti errori nella scrittura; 
  • Discalculia ovvero la difficoltà di svolgere fatti/calcoli aritmetici a mente o su carta; 

LA TERAPIA:

La persona con DSA necessita di un intervento specialistico e ogni percorso terapeutico deve essere personalizzato in relazione alle difficoltà evidenziate e al livello di severità, alle caratteristiche psicologiche del soggetto, ai tempi di attenzione, ai livelli motivazionali individuati e agli obiettivi posti in sede di valutazione. Il primo obiettivo è finalizzato alla riduzione delle lacune riscontrate nelle capacità di base; il secondo ha invece lo scopo di promuovere la conquista di capacità di lettura più adeguate. Il tutto attraverso un lavoro graduale e costante, per evitare di rimandare nel tempo la conquista di quelle capacità di lettura che possono gratificare il bambino.

Cosa possono fare gli insegnanti in classe se sono presenti bambini con D.S.A.?  –Spiegare alla classe cosa sono i D.S.A. Usare delle strategie mirate. Se è necessario scrivere alla lavagna (possibilmente in stampatello maiuscolo), assicurarsi che le cose scritte alla lavagna rimangano fino a quando tutti gli alunni hanno copiato. Non rimproverare gli alunni disgrafici mettendo in rilievo la brutta grafia. Far usare ai bambini con D.S.A.gli strumenti compensativi per sopperire alle loro difficoltà. Incoraggiarli ad usare il computer (con il correttore automatico) sia nello svolgimento dei compiti a casa e se possibile anche a scuola. Permettere ai bambini di registrare le lezioni. Usare le gratificazioni e il rinforzo come strumento usuale. Visualizzare le spiegazioni con mappe concettuali e schemi disegnati alla lavagna.

La quantità di esercizi e il materiale di studio a casa e a scuola non potrà essere lo stesso del resto della classe, ma deve essere ridotto. Ricordate che i bambini dislessici hanno bisogno di più tempo e non devono essere penalizzati per questo. Far lavorare con il testo aperto, anche nelle verifiche, se necessario; non dimenticate che i bambini con D.S.A.hanno generalmente abilità di memoria a breve e a lungo termine ridotte.

Può essere molto utile e gratificante favorire occasioni di conversazione nelle quali sia possibile parlare delle proprie diversità (es. “Il mago delle formiche giganti” ed Libri Liberi). Un dislessico può imparare a parlare una lingua straniera con la stessa facilità di un non dislessico, mentre la scrittura della lingua straniera presenta difficoltà maggiori. Se un dislessico deve imparare una seconda lingua, meglio una con base latina. (Ai sensi della circolare del 5 ottobre 2004, Prot. 40099/A/4, ove necessario, è possibile la dispensa dallo studio della lingua straniera in forma scritta). 

Come si possono organizzare le verifiche scritte e orali per i bambini con D.S.A.? 

Prove scritte: 

  • Matematica: dare più tempo nelle verifiche scritte o diminuire il numero di esercizi; far usare la calcolatrice; fornire formulari con assortimenti di figure geometriche, formule e procedure o algoritmi.
  • Inglese: per le verifiche scritte somministrare esercizi di completamento o a risposte multiple. 
  • Italiano: per il compito di italiano far utilizzare, ove è possibile, il computer con il correttore automatico, nelle prove di grammatica fare consultare schede specifiche. 
  • Per tutte le altre materie, qualora si facciano delle verifiche scritte, dare più tempo oppure un minor numero di domande e permettere l’uso del computer. 

Prove orali: 

  • Programmare le interrogazioni specificando gli argomenti che saranno chiesti e ridurre il numero delle pagine. 
  • Avvisare 10 minuti prima di interrogare, per dare il tempo di prepararsi psicologicamente e di ripassare. Durante l’interrogazione fare utilizzare sussidi cartacei quali: 
  • Tabelle (date, eventi, nomi, categorie grammaticali, ecc.) 
  • Linea del tempo, cartine geografiche fisiche, politiche, grafici e strumenti di calcolo come calcolatrice, linea dei numeri relativi, formulari di figure geometriche e algoritmi. 

COME COMPORTARSI?

Cosa fare con un ragazzo con D.S.A:

  • Incoraggiare il bambino/ragazzo e lodarlo 
  • Condurre ogni sforzo per costruire la fiducia in sé 
  • Trovare qualcosa in cui riesce bene
  • Assegnare meno compiti: ad es. testi ridotti non per contenuto ma per quantità di pagine 
  • Valutare il contenuto del lavoro scritto, non l’ortografia 
  • Valutare le risposte orali 
  • Fornire più tempo per copiare alla lavagna 
  • Lasciare lavorare il bambino/ragazzo con il testo aperto 
  • Fargli capire che comprendete le sue difficoltà e le accogliete
  • Fargli usare, dove necessario, gli strumenti compensativi (tabelle, calcolatrice, registratore, personal computer con correttore ortografico) 
  • Ridurre lo studio delle lingue straniere in forma scritta 

Cosa sarebbe meglio NON fare con un ragazzo con D.S.A:

  • Evitare di farlo leggere ad alta voce (se vuole leggere non impedirglielo) 
  • Non correggere “tutti” gli errori nei testi scritti 
  • Non dare liste di parole da imparare a memoria
  • Evitare di fargli ricopiare il lavoro svolto 
  • Non paragonarlo agli altri   
  • Evitare di definirlo lento, pigro, svogliato o poco intelligente

QUALI SONO GLI STRUMENTI COMPENSATIVI?

  • Tabella dei mesi
  • Tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri.
  • Tavola pitagorica
  • Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche
  • Calcolatrice
  • Registratore
  • Computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale

E GLI STRUMENTI DISPENSATIVI?

Valutando in ogni singolo caso, si ritiene essenziale tener conto dei seguenti punti:

  • Dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline.
  • Dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta.
  • Programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa.
  • Organizzazione di interrogazioni programmate.
  • Valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma.

BIBLIOGRAFIA:

Parole di mamma – Esperienze di una mamma logopedista

“Vivere intensamente, condividere esperienze, crescere con bambini felici e liberi”


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